Acquaticità in gravidanza: l’acqua e il contatto con sé

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Acquaticità in gravidanzaAcquamotricista Pre e Neonatale

L’acqua consente di percepire il proprio corpo, immaginarne forma e dimensione, sentire il confine anche tra un “fuori” ed un “dentro”, coglierne le emozioni. In una parola avvertire il proprio corpo nella sua totalità. È una ricerca che proviene da lontano. Infatti, l’acqua assume il suo significato di donatrice di vita dall’antichità e come trasmesso dalle religioni indiane, islamiche e dalla mitologia, l’acqua è il luogo dal quale si originano creature ed esseri speciali della terra o dell’universo, diffondendo un’energia creatrice, materna.

Recuperare e riappropriarsi della propria origine, e dei propri respiri, è quanto di più salutare una donna in gravidanza possa fare, oltre che assumere un buon comportamento alimentare, non per l’apparire ma perché diviene un sano stile di vita per sé e per i figli. Il benessere in gravidanza, di cui tanto mi occupo, assume un rilievo quando penso all’elemento acqua ed ai suoi effetti benefici per il corpo, lo spirito e la mente. Parlo di acquaticità e non di nuoto, seppur benefico, poiché si tratta di essere in acqua percependo il proprio corpo aiutate da tecniche naturali quali la respirazione ed il rilassamento, adeguato in gravidanza, che favoriscono un buon contatto con il proprio corpo e non solo.

Ma cosa succede alla persona e gestante quando è immersa in acqua? A contatto diretto con l’elemento liquido, si percepisce il corpo nella sua totalità, i muscoli si rilassano, la respirazione pian piano rallenta, l’attività cerebrale decelera, la funzione sensoriale aumenta e aumentano i sistemi percettivi, ottenendo informazioni sull’ambiente e sul proprio corpo attraverso l’attivazione dei recettori cutanei e sotto cutanei. Il contatto, appunto cutaneo ed epidermico ha una valenza particolare nella donna in gravidanza. L’acqua e il movimento, molto importante in gravidanza, riattivano la circolazione creando un massaggio naturale in tutto il corpo. Durante la gravidanza il diaframma si solleva di  quattro centimetri per favorire lo sviluppo dell’utero e il diametro traverso del torace aumenta incidendo sulla capacità polmonare. Tutte le forme di rilassamento e respirazione senz’altro migliorano questa capacità ma l’attività motoria in acqua prevede esercizi di espirazione e attimi in aria per l’inspirazione, consento consapevolezza in quanto, in acqua, in un certo senso, non si può barare, è evidente per la mamma la fuori uscita di bollicine, di aria. In acqua forme di visualizzazioni (intese come attività di immaginazione guidata e non) sono facilitate tanto più l’acqua ha una temperatura compresa tra i 31-34° che consente lo scioglimento della tensione muscolare e la possibilità di concentrarsi su di sé ed i propri processi interni sia fisici che psichici. A questa temperatura acquatica è infatti consigliata l’attività di rilassamento perché non ci siano distrazioni dall’ambiente e si rimanga in uno stato di contrazione o irrigidimento muscolare. Gli aspetti psicologici e simbolici che vengono solleticati dalle caratteristiche dell’acqua riguardano l’essere accogliente, amorevole, attiva e passiva, fluida e rigida, quanto di più femminile l’acqua possa trasmettere. Il lavoro da me svolto in acqua si concentra per questo anche sulle resistenze dell’acqua stessa, sulle caratteristiche di polarità, l’andare controcorrente, un forte richiamo al momento travaglio ed espulsione; così come gli esercizi di apnea portano all’introspezione ed al silenzio. Saper infondere questi concetti attraverso i giochi in acqua è saluto genesi, benessere, e non psicoterapia ma considerare la mente e il corpo come unità, cosa ancor più importante in gravidanza, soprattutto come prevenzione a eventuali disagi del post parto. Come sosteneva Jung, l’acqua è materna poiché è il primo contatto con gli esseri umani e rappresenta a livello psicoanalitico l’inconscio. Nell’acqua la donna si riscopre e acquisisce maggior fiducia in sé. Nell’ambiente acquatico si può muovere liberamente, ondeggiare, galleggiare, saltare, seguire l’impulso ad movenza verso una qualsiasi direzione, perché l’acqua sostiene e consente di farcela senza timore; i movimenti associati alla respirazione favoriscono l’immagine del bambino dentro la pancia. L’acqua, infatti, consente di immedesimarsi con il piccolo, di immaginarlo proprio all’interno di un liquido dove anche la madre è immersa e ciò scatena un collegamento diretto con il feto per cui suoni, rumori, piccoli movimenti, voci oltre a essere percepiti con l’orecchio, passano attraverso il meccanismo di conduzione per via ossea ed arrivano tramite vibrazioni, pulsazioni, oscillazioni, soffi.

Inoltre, spesso mi è stato riferito come nel periodo di rilassamento in acqua, si percepisca la presenza ed i movimenti del bambino, con grande soddisfazione e felicità da parte della mamma; analogamente a come la respirazione ed il training fuori dall’acqua, favorendo il contatto con sé, inducono ad un naturale accorgimento dei movimenti del feto. L’acqua può essere un elemento facilitante a questo naturale contatto poiché in un certo senso richiama alle origini, infondo, veniamo da lì e non c’è nulla di più naturale nel permettere ai neonati di continuare questo processo immergendoli in acqua dopo poco la nascita lasciando fruire il loro movimento spontaneo fatto di riflessi vivi e intensi.

Creare un clima giocoso e sereno di gruppo è importantissimo, non solo per la gestante e il futuro papà ma anche per il professionista stesso che di conseguenza riceve e trasmette al gruppo. L’acqua naturalmente viene in nostro aiuto poiché modifica la percezione spazio temporale rendendo le persone più portate alla condivisione ed alla comunicazione.

Questo è un processo naturale tanto bello quanto delicato, spesso non visibile dall’esterno se non ad un occhio sensibile, e che comporta un assoluto senso di responsabilità e professionalità da parte degli operatori che lavorano in questo settore nel creare le condizioni perché venga dato spazio a questo momento di scambio tra acqua e persona, facilitando nella mamma e nella coppia il momento di integrazione del proprio schema corporeo. Un lavoro di questo tipo prevede senz’altro una mente pronta ad accogliere l’altro, la coppia ed il gruppo, insieme alle paure ed alle resistenze che anche l’acqua con il suo carico emotivo può sprigionare, allentando tensioni ed ansie; ed una preparazione sui processi psicologi e i mutamenti fisici in gravidanza. Perché si parli di respirazione e benessere è, a mio avviso,  importante investire più tempo nel rilassamento perché questo possa essere tale e non assecondare la frenesia della società odierna che prevede corsi con esercizi ginnici estenuanti (abbiamo detto il movimento è fondamentale in gravidanza purché sia opportuno per l’età gestazionale e si sappia cosa si stia facendo) anche in un momento in cui forse vale la pena di riflettere con il proprio corpo, in una parola utilizzare il proprio corpo per ascoltare sé stessi, e perché no, la vita che verrà … .

Bibliografia:

Jung C.G., Opere, Boringhieri edizioni, 2007, Torino

Manfredini L., Apnea consapevole, disciplina mentale e corporea, 2001, Ferrara

Fraioli R.,.Thoen A., L’acqua e la nascita, Red Edizioni, Milano.

Maghella P., Acquaticità in gravidanza, Mipa Centro Studi, 2010, Brescia (testo corso formativo)

Cericola P., Respirare e rinascere in acqua calda, Scuola di respiro editore, 2000, Roma.

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